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PREMESSA

Con l’arrivo della stagione estiva, riparte la stagione turistica in maniera importante. Molti sono gli ospiti provenienti da tutto il mondo che scelgono di soggiornare nelle nostre meravigliose località. Con il caldo la natura riprende vigore e puntualmente si ripresenta la problematica delle arbovirosi, in particolare il problema delle fastidiose zanzare.  Il cambiamento climatico ha prodotto inverni con temperature miti che favoriscono la sopravvivenza di specie di insetti di origine tropicale, in particolare specie di zanzare che in passato non riuscivano a proliferare, alle nostre latitudini, per il freddo invernale

Purtroppo, oltre al fastidioso prurito provocato dalla loro puntura, questi insetti sono vettori di pericolose malattie di origine tropicale, fino a qualche anno fa da noi sconosciute.

Negli ultimi anni fattori correlati ai cambiamenti climatici ed alla globalizzazione, che ha portato all’aumento dei viaggi a scopo turistico, professionale o di scambi commerciali verso molte zone del mondo, hanno causato l’importazione e la riproduzione nel territorio di nuove specie di vettori provenienti da altri Paesi (tra cui Aedes albopictus, Aedes koreicus Aedes japonicus).

Parallelamente si sta verificando anche un ampliamento dell’area di distribuzione di artropodi indigeni (in particolare flebotomi, zecche e zanzare), vettori di malattie endemiche nel nostro Paese.

A tal proposito recentemente L’Arena di Verona ha pubblicato un articolo riguardante la massiva presenza di zecche nella zona della Valpolicella. Presso l’ospedale di Negrar dall’inizio dell’anno sono stati trattati circa 132 pazienti con morsi di zecca; in tutto il 2023 i casi sono stati circa 70.

In Italia e in Europa si è assistito nell’ultimo decennio all’aumento della segnalazione di casi importati ed autoctoni di alcune arbovirosi molto diffuse nel mondo, tra cui Dengue, Febbre Chikungunya e WND. 

Nel 2015 la diffusione nelle Americhe del virus Zika, con casi importati rilevati anche in Europa, ha acceso l’attenzione su questo problema 

Infatti, le malattie trasmesse da vettori costituiscono un importante problema di sanità pubblica: l’Organizzazione Mondiale della Sanita (OMS) stima che ogni anno causino oltre 1 miliardo di casi umani ed 1 milione di morti rappresentando circa il 17% dei casi totali di malattie trasmissibili

In base alla mutata situazione epidemiologica in ambito europeo, la Commissione europea ha approvato la decisione di esecuzione (UE) 2018/945 del 22 giugno 2018 con cui ha aggiornato

l’elenco di malattie da incorporare nella rete di sorveglianza epidemiologica comunitaria, estendendolo a diverse arbovirosi, fra cui Chikungunya, Dengue e Zika, che pongono una minaccia per la sanità pubblica.

Il “Bollettino di Sorveglianza delle Arbovirosi segnalate in Regione Veneto e delle malattie trasmesse da vettori, riporta tutti i casi confermati/probabili di malattia nell’uomo da virus Chikungunya, Dengue, Zika, West-Nile, Usutu, Tick-Borne Encephalitis (TBE) e Toscana infezione batterica “Malattia di Lyme” notificati sul territorio della Regione Veneto. Le presenti malattie sono oggetto di specifici programmi di sorveglianza integrata, regionali e nazionali. Esso raccoglie e divulga notizie riguardante i casi di malattie attraverso il monitoraggio delle USL regionali. Questo strumento di rilevazione diventa indispensabile per la prevenzione e la lotta alle diffusioni delle arbovirosi.

COSA SERVIREBE FARE 

Sarebbe opportuna l’attivazione di un sistema di sorveglianza e di coordinamento, affidato ad un ente trans regionale, (ad esempio la Comunità del Garda o similare) con il compito di raccogliere e processare informazioni provenienti dagli organi di controllo delle arbovirosi, delle tre regioni che si affacciano sul Garda. Questo organo potrebbe monitorare in maniera completa l’intera area del Lago di Garda.

Oltre al problema sanitario già di per sé preoccupante, si deve essere adeguatamente preparati per rispondere in maniera puntuale a eventuali notizie false e fuorvianti, che trovano molto spazio nei quotidiani nazionali ed esteri. Molte volte queste notizie sembrano create ad arte per danneggiare l’immagine del Lago di Garda.

Un esempio eclatante lo abbiamo avuto lo scorso anno quando sui giornali è stata data la notizia di un caso di contagio da Dengue a Manerba sulla sponda bresciana. La notizia è datata 21 agosto 2023 apparsa su quotidiani nazionali e ripresa con enfasi da quotidiani stranieri. Dopo i dovuti accertamenti si è scoperto che il caso non era dovuto alla puntura di zanzara locale ma da un contagio contratto all’estero.

La precisazione arriva nella prima settimana di settembre, nel mentre le notizie corrono e sul web si parla già di epidemia di Dengue sul Garda, costringendo vari enti politici ed organizzazioni di categoria ad un affannoso susseguirsi di comunicati stampa per smentire notizie fasulle.

Purtroppo, le fake news creano danni che difficilmente si riescono a rimediare. Per prevenire tutto questo è importante sviluppare sistemi di sorveglianza costante sia sanitari sia di monitoraggio delle notizie che vengono diffuse attraverso i principali mezzi di comunicazione.

L’ANNO 2024

L’anno 2024 fino al mese di giugno è risultato particolarmente piovoso e con temperature miti, che hanno limitato la diffusione di zanzare. Con l’arrivo del bel tempo e il sicuro aumento delle temperature è prevedibile uno sviluppo e diffusione importante di insetti, facilitato anche dai ristagni d’acqua persistenti dovuti appunto alle piogge abbondanti.

Una strategia integrata di prevenzione per limitare la proliferazione delle zanzare è fondamentale.

La possibilità di sviluppo di un’epidemia però non dipende solo dalla presenza del vettore in un territorio e dalla densità dell’infestazione, ma anche dalle abitudini di vita della popolazione, dalla capacità degli individui e della collettività di collaborare alla riduzione dei focolai di sviluppo larvale, dall’esistenza di vaccini e dalla disponibilità e dall’utilizzo dei mezzi di protezione individuale contro le punture degli insetti. 

Nella prevenzione delle arbovirosi trasmesse da zanzare, la comunicazione del rischio, la formazione, l’informazione e l’educazione alla salute rivestono quindi un ruolo determinante per ottenere la collaborazione della popolazione.

La comunicazione del rischio consiste nello scambio e nella divulgazione di informazioni adeguate sui rischi per consentire ai responsabili delle decisioni, alle parti interessate e al pubblico di adottare misure appropriate. Oltre a coinvolgere la cittadinanza affinché adotti un comportamento sicuro, la comunicazione proattiva può favorire la segnalazione dei casi e sensibilizzare i soggetti in prima linea, ridurre la confusione e consentire l’uso ottimale delle risorse.

I principali obiettivi della comunicazione in questo ambito sono:

• divulgare informazioni tempestive e accurate sui virus e la loro circolazione per soddisfare le esigenze di trasparenza e contribuire alla protezione individuale e della comunità;

• incoraggiare comportamenti attivi individuali e nella comunità adottando le misure preventive e di controllo dei vettori e dei siti in cui i vettori si riproducono;

• informare la cittadinanza sul rischio e spiegare cosa è noto e quali sono gli sforzi intrapresi per identificare ciò che non è noto del virus e il suo impatto sulla salute di specifici gruppi di popolazione;

• mantenere la credibilità e la fiducia dell’utenza diffondendo materiale scientifico accurato;

• creare un sistema di monitoraggio per identificare il più rapidamente possibili false notizie e correggere informazioni errate;

• creare un sistema di coordinamento in grado di garantire coerenza nei messaggi emessi da rappresentanti del governo regionale, dei servizi sanitari e delle autorità sanitarie locali.

A LAZISE

Premesso tutto questo, ci chiediamo se e quali tipologie di interventi l’amministrazione di Lazise ha messo in campo per affrontare tali problematiche e se ha predisposto una metodologia informativa adeguata.

Inoltre, vorremmo sapere se è prevista la distribuzione di kit anti-larvali, come nei comuni contermini, e una adeguata campagna informativa multilingue tramite la produzione di volantini informativi e link sul sito istituzionale per la popolazione.

Ad oggi ci risulta solo la distribuzione tramite i canali social di un volantino, prodotto dalla Regione Veneto, purtroppo solo in italiano. 

A nostro parere, questo sembra un approccio poco attento alla problematica. Il nostro territorio è meta di un turismo di massa che genera enorme ricchezza, e le problematiche di tipo sanitario, se non adeguatamente gestite, possono generare conseguenze pesantissime.

Ne abbiamo avuto un esempio poco tempo fa a Torri, dove, in seguito alla problematica del norovirus, gli alberghi hanno registrato una raffica di cancellazioni in un momento topico della stagione. Questa situazione ha generato, in maniera indiretta, uno stato di confusione anche nei comuni limitrofi. Anche Lazise ha gestito in maniera poco professionale una situazione in cui non era praticamente coinvolta. Vogliamo qui ricordare l’ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua, preparata dal Sindaco e diffusa, senza autorizzazione, da parte di qualche (ir)responsabile. 

Per cercare di riparare a queste situazioni, l’amministrazione ha dovuto emanare una serie di comunicati attraverso i social istituzionali per smentire se stessa e per cercare di tamponare questa situazione “Tafazziana”.

In conclusione, noi crediamo che vicende come quelle  di Torri siano da studiare per capire cosa assolutamente non bisogna fare in queste situazioni e, nel contempo, preparare un protocollo per rispondere adeguatamente a situazioni di emergenza, evitando così di aumentare i problemi invece di risolverli con il minore danno possibile.

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